Allungamento e allargamento del pene

Il corpo principale dell’intervento è rappresentato dalla sezione laser del legamento sospensore con inserimento di distanziatore pubo-cavernoso, seguito dalla plastica cutanea sovrapubica. A tali tecniche, che vengono sempre eseguite, possono essere associate ulteriori metodiche quali la vibroliposcultura sovrapubica, la plastica cutanea peno-scrotale e il filling glandulare.

Nel dettaglio

1) Sezione laser del legamento sospensore del pene e inserimento di distanziatore pubo-cavernoso “personalizzato”.
Il legamento sospensore del pene è una struttura profonda che unisce la parte interna del pene (che ha una lunghezza circa pari a quella esterna) all’osso del pube.
La sua sezione completa comporta uno “scivolamento” in avanti della porzione interna del pene, con conseguente aumento in lunghezza della parte esterna, cioè quella visibile. L’entità dell’allungamento ottenibile dipende in buona parte dalla consistenza di questo legamento sospensore. Vi è infatti un rapporto di proporzionalità diretta: più il legamento è sviluppato, maggiore sarà il risultato in termini di aumento di lunghezza.
Sfortunatamente, non è possibile sapere con precisione prima dell’intervento la reale consistenza di ogni singolo legamento, perché è situato in profondità (quindi non palpabile) e nascosto in buona parte dall’osso pubico (e quindi non visibile con ecografia, dato che il fascio di ultrasuoni non oltrepassa le strutture ossee). Inoltre, così come per altri distretti corporei, vi è una certa variabilità di consistenza tra individuo e individuo, che rende difficile poter effettuare una previsione prima dell’atto chirurgico stesso.
In linea generale, l’incremento ottenibile con questa singola metodica può variare tra i 2 e i 4 cm., visibili sia a riposo che, in misura lievemente minore, in erezione.
Una previsione dell’incremento ottenibile può essere fatta misurando ecograficamente la porzione più superficiale di questo legamento (la sola visibile), e comparandola con alcuni dati statistici a nostra disposizione.

2) La laser-plastica cutanea sovrapubica.
Questa metodica di chirurgia plastica si attua al termine della sezione laser del legamento sospensore del pene, al fine di permettere un contestuale allungamento della pelle che ricopre l’organo maschile, che altrimenti risulterebbe più corta.
Tecnicamente consiste nell’effettuare una plastica V-Y, ossia una incisione che inizialmente ha la forma di una V rovesciata, per poi divenire al termine dell’intervento una Y rovesciata.
L’uso del laser a diodi permette una maggior precisione nell’incisione, un minor sanguinamento e un ridotto stress dei tessuti, con il risultato pratico di accelerare la guarigione della ferita.
Al termine, verrà praticata una sutura estetica con punti riassorbibili, ossia che cadranno spontaneamente nell’arco di 15-20 giorni dopo l’intervento.

3) La vibroliposcultura sovrapubica.
Nelle persone che presentano un abbondante ed evidente pannicolo adiposo sovrapubico, la cute pubica può sopravanzare l’inserzione cutanea del pene, con il risultato di un organo visivamente più corto di quanto realmente sia. Questa condizione può essere presente non soltanto in soggetti in soprappeso (“pene infossato” o, nei gradi più estremi, “pene sepolto”), ma anche in individui normolinei o addirittura in sottopeso, ed è dovuta a caratteristiche individuali delle zone di accumulo adiposo.
In tali casi la procedura d’elezione consiste nella “vibroliposcultura sovrapubica”, atto chirurgico consistente nell’aspirazione del grasso pubico mediante sottili cannule aspiranti, dotate di un meccanismo di vibrazione che permette prima di sciogliere e successivamente aspirare il grasso in eccesso.
La metodica vibratoria si rende necessaria in quanto il tessuto adiposo maschile presenta caratteristiche di maggiore consistenza rispetto a quello femminile, aggredibile con una semplice liposcultura classica. Questo procedimento permette di appiattire la regione sovrapubica, con il risultato di un incremento visivo della lunghezza del pene, che in realtà non viene interessato direttamente dall’intervento. Si pratica in anestesia locale, spinale o generale, a seconda che venga eseguito singolarmente oppure in associazione ad altre metodiche della designer falloplastica.
Tecnicamente, vengono praticate due millimetriche incisioni cutanee ai lati della zona da trattare, e tramite queste si inserisce una sottile cannula che, vibrando, prima scioglie e successivamente aspira il grasso in eccesso. La durata della procedura dipende dalla quantità di grasso da asportare, con un tempo medio di circa 40 minuti. Al termine, viene eseguito un bendaggio compressivo, da portare senza difficoltà per circa 20 giorni. La dimissione avviene nella stessa giornata, sia per la procedura singola che associata ad altre.

4) La laser-plastica cutanea peno-scrotale.
In alcuni casi il punto di inserzione della pelle dello scroto con quella del pene è situato lungo l’asta del pene stesso, anziché alla base come di norma. Questa condizione anatomica provoca un aspetto ad “ali di pipistrello” della pelle della parte posteriore del pene, che si traduce in pratica in un inestetismo che riduce visivamente la lunghezza totale del pene. Per ovviare a questa condizione, mediante l’uso del laser a diodi effettuiamo una plastica cutanea peno-scrotale con metodica a “Z”, chiusa successivamente con sutura estetica in materiale riassorbibile a 15-20 giorni.
Questa metodica, che dura pochi minuti, può essere effettuata singolarmente o più spesso nel contesto della designer laser falloplastica, e permette un risultato estetico molto evidente e soddisfacente.

La procedura combinata

E’ possibile eseguire allungamento e ingrossamento del pene nella stessa seduta operatoria.
Di fatto la procedura combinata è quella più frequentemente effettuata (80% dei casi), anche perché permette di mantenere le corrette proporzioni tra lunghezza e larghezza del pene. Un pene troppo lungo infatti potrebbe risultare visivamente sottile (magro), mentre un pene troppo largo darebbe un’impressione visiva di scarsa lunghezza.
Durante l’intervento, potranno essere usate le tecniche descritte per l’allungamento e l’ingrossamento, in varia associazione tra loro a seconda delle singole necessità.

I tempi dell’intervento

La durata dell’intervento varia a seconda delle tecniche utilizzate, e non supera quasi mai le 2 ore.

Tipo di anestesia

L’anestesia può essere locale con sedazione, o generale. L’intervento è comunque condotto in day-hospital, con dimissione nella stessa giornata operatoria. Il dolore post-operatorio sarà modesto, e comunque facilmente controllabile con farmaci (tutti gli interventi, grazie alla nostra equipe anestesiologica, si svolgono seguendo i principi della “chirurgia senza dolore”).

Periodo pre operatorio

Si consiglia un periodo di riposo di almeno 2 giorni, e poi graduale ripresa di tutte le attività, ad eccezione di quelle sportive e sessuali, per le quali si dovrà attendere rispettivamente 4 e 6 settimane.

DURATA INTERVENTO

120 min max

TIPO DI ANESTESIALocale o generale

DIAGNOSTICA

Esami ematochimici

DIMISSIONIIn giornata


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